Saviola SpA
Matricola: CR112
T: 0375 313411 | F: 0375 310319
Via S. Arini, 42
46012 – Bozzolo (MN)
SEDE PRODUTTIVA:
Matricola: CR112
Via G. Busi, 59
26037 S. Giovanni in Croce (CR)
ALTRA SEDE PRODUTTIVA
Matricola: PC565
Via Emilia, 618
29017 Desmontata (PC)
Il Grana Padano DOP tagliato a cuoricini nel reparto di taglio e confezionamento dello stabilimento di San Giovanni in Croce
CON I “CUORICINI” DI GRANA PADANO DOP SAVIOLA SCOMMETTE SULL’AMPLIAMENTO DI GAMMA
A diversificare formati e packaging è un Gruppo con oltre 120 anni di storia che è stato anche tra i fondatori del Consorzio di tutela.
I processi produttivi restano quelli di sempre, con la competenza dei casari a vegliare su tutti i passaggi stabiliti dal Consorzio di tutela, ma il Grana Padano DOP si “veste di rosso” e viene tagliato a forma di cuoricini per festeggiare San Valentino, la festa degli innamorati del 14 febbraio. Obiettivo, innovare attraverso il packaging e i formati inediti per presentarsi in modo nuovo sul mercato. L’iniziativa è di Saviola Spa, Gruppo storico del settore lattiero caseario (fondato nel 1897) con oltre 100 anni di esperienza nella produzione di Grana Padano. La scelta di affidarsi al marketing emozionale, che crea empatia attirando l’attenzione del consumatore, è stata condivisa con un’insegna della Gdo, come spiega Emanuele Attanasio, che da fine 2019 è il direttore generale del Gruppo e rappresenta la proprietà, i fratelli Renzo e Gabriele Saviola.
Un momento della lavorazione del latte in caldaia
DUE STABILIMENTI DI PRODUZIONE DEL GRANA PADANO DOP
La sede dell’azienda è a Bozzolo, nel mantovano, e i due stabilimenti di produzione per il Grana Padano sono a San Giovanni in Croce, in provincia di Cremona, e a Fiorenzuola D’Arda, in provincia di Piacenza. «Il Grana Padano DOP è da sempre il nostro core business – spiega Attanasio – e il caseificio Saviola è stato uno dei soci promotori del Consorzio di tutela. La proprietà è molto legata alla tradizione. Complessivamente la produzione supera di poco le 100mila forme l’anno, vale a dire 8.370 forme al mese e 280 al giorno».
Il Grana Padano Dop rappresenta il 65% circa del fatturato del Gruppo, che produce anche Parmigiano Reggiano DOP. Ancora oggi, in base alle indicazione della proprietà, Saviola resta fedele alla sua storia e alla sua mission, valorizzare i formaggi stagionati tipici della tradizione casearia italiana.
Il sito di San Giovanni in Croce, sede della direzione generale, rappresenta l’unità produttiva principale: la caseificazione avviene in 48 caldaie di rame, a forma di campana rovesciata, a doppio fondo, ma il fiore all’occhiello della struttura è lo stabilimento di confezionamento diviso in due reparti: il primo, adibito al taglio e confezionamento di formaggio Grana Padano porzionato, sottovuoto e filmato, è dotato di quattro linee di produzione; il secondo reparto, dedicato al confezionamento di grattugiati e bocconcini, è dotato di cinque moderne linee di lavorazione.
Il magazzino di stagionatura di San Giovanni in Croce ospita 15.700 forme, ma è considerato un locale di passaggio perché la maggior parte della produzione viene portata a maturare in diversi magazzini esterni.
Il caseificio di Fiorenzuola è sempre all’avanguardia come impianti ed attrezzature e dispone di un magazzino di stagionatura da 13mila forme. Anche in questo caso quasi tutto il Grana Padano DOP viene stagionato nel magazzino di terzi.
Le forme con la fascera in metallo nel secondo giorno di produzione
LA FASE PRODUTTIVA RESTA LEGATA ALLA MANO DEL CASARO
La materia prima viene raccolta da stalle certificate per la filiera del Grana Padano DOP. Alla consegna il latte conferito viene sottoposto alle analisi per la ricerca di inibenti e aflatossine prima di essere dichiarato idoneo alla caseificazione. L’attenta e puntuale selezione della materia prima consente di raggiungere un elevato livello di qualità del Grana Padano. Saviola garantisce, attraverso un controllo accurato e costante durante l’intero processo produttivo, l’applicazione di standard rigorosi, nel massimo rispetto dei criteri igienico sanitari.
Negli stabilimenti Saviola la fase di produzione di Grana Padano DOP segue rigorosamente il disciplinare di produzione e alcuni passaggi, come ad esempio la lavorazione del latte, la rottura della cagliata tramite lo spino, fino al taglio e all’estrazione delle due forme gemelle con teli di lino, richiedono sempre la mano sapiente del casaro.
«In questa fase – continua Attanasio – abbiamo automatizzato poco. La maggior parte delle operazioni vengono eseguite sempre in modo manuale, come una volta. Sono state alleggerite alcune attività di sollevamento dei pesi: ad esempio l’operatore deve solo spingere le forme posizionate dentro strutture metalliche che vengono calate nelle vasche di salamoia in modo meccanizzato».
Le macchine più evolute per il taglio e la porzionatura di Grana Padano DOP
I NUOVI INVESTIMENTI NEGLI IMPIANTI DI CONFEZIONAMENTO
Dal 2018 è iniziato per il Gruppo Saviola un programma di investimenti destinato a rinnovare e ammodernare tutta la parte tecnologica degli impianti di taglio e confezionamento. Le forme di Grana Padano vengono infatti porzionate, grattugiate, ridotte in scaglie e poi confezionate con le più evolute tecnologie.
«Ogni anno si investono circa 3 milioni di euro – spiega Attanasio – per rendere sempre più efficiente e sicuro il processo di confezionamento con macchinari automatizzati di ultima generazione. Abbiamo, ad esempio, acquistato nuovi impianti per la grattugia del Grana Padano, sia orizzontali che verticali, e investito nell’area del porzionato con macchine termoformatrici all’avanguardia. Stiamo ampliando questo segmento con l’acquisto di un impianto utile anche per il catering, dotato di una nuova linea di taglio in ottavi, quarti, e anche per il take-away. Il segmento del Grana Padano grattugiato, scaglie e bocconcini, sta crescendo, mentre il formaggio porzionato rappresenta sempre una quota importante».
Il reparto spedizioni
DIVERSIFICARE NEL PACKAGING E NEI FORMATI
La novità di quest’anno riguarda proprio un ampliamento di gamma ottenuto grazie alla versatilità dei nuovi impianti di taglio e confezionamento.
«Il Grana Padano DOP – spiega il direttore generale – è stato tagliato a forma di “cuoricini” con l’autorizzazione del Consorzio di tutela e presentato con un packaging dedicato alla Festa di San Valentino del 14 febbraio. Nel Grana Padano questo non è mai stato fatto, rappresenta una prima mondiale. Abbiamo progettato assieme alla casa costruttrice una macchina in grado di realizzare il nuovo formato».
Un coperchio rosso passione mostra il contenuto della vaschetta con i “cuoricini di Grana Padano DOP” della linea “For You” che comprende anche altri prodotti. L’innovazione di formato è stata lanciata sul mercato da una catena della Gdo, assieme ad una serie di prodotti che si potevano acquistare dall’8 febbraio per la cena di San Valentino, rigorosamente consumata a casa in tempi di pandemia. Diversificare il packaging aiuta a creare nuove occasioni di consumo e nuove attitudini al consumo.
«La novità ha ricevuto così tanti consensi da parte del consumatore, che la catena distributiva – aggiunge sempre Attanasio – ci ha già proposto di ripetere l’iniziativa nel 2022 presentandola in tutta l’Europa. Abbiamo, comunque, in programma di continuare su questa strada del marketing emozionale con nuovi formati comodi e stuzzicanti, che verranno pensati per celebrare specifiche ricorrenze. La prossima è la Festa della Mamma».
Il taglio automatizzato delle forme di Grana Padano DOP
L’EXPORT RAPPRESENTA IL 40% DEL FATTURATO
Il fatturato complessivo del Gruppo Saviola, che in Italia vende direttamente in Gdo, è di circa 130 milioni di euro. L’internazionalizzazione è un altro importante traguardo e genera attualmente il 40% del giro d’affari complessivo. Le destinazioni export più importanti sono quelle dell’Europa, ma anche dell’America o in Oriente, Giappone e Cina, raggiunti direttamente o attraverso intermediari.
«Ci muoviamo passo dopo passo sui mercati esteri, sempre con lo stesso modus operandi. Saviola non punta sulla quantità – sottolinea sempre il direttore generale –, ma sulla qualità».
Saviola ha iniziato nel 1996 l’iter di certificazione partendo dal settore della produzione e commercializzazione delle forme intere. Lo standard di partenza è stato la norma Uni En Iso 9001 che nel corso degli anni è stata esteso geograficamente a tutte le unità produttive e anche a tutti i settori di attività che comprendono la produzione, il confezionamento e la commercializzazione di tutti i prodotti. Per rispondere anche alle esigenze dei clienti esteri l’azienda ha poi intrapreso l’iter di certificazione secondo lo standard Brc (British Retail Consortium) ottenuto del 2004, e successivamente secondo lo standard Ifs (International Food Standard), conseguito l’anno successivo.
Il direttore generale del Gruppo Saviola, Emanuele Attanasio
«NON ABBIAMO QUASI RISENTITO DELLA PANDEMIA»
«Nel 2020 abbiamo registrato – spiega il direttore generale – un leggero calo di fatturato, legato alle restrizioni della pandemia da Covid-19. Non sono comunque calati i volumi in maniera vistosa, ma il prezzo dei formaggi, soprattutto nell’aprile 2020. All’inizio della pandemia abbiamo messo in sicurezza l’azienda, per essere in grado di gestire eventuali problemi, attuando tutte le possibili misure di prevenzione sanitaria e i controlli sul personale. Non abbiamo avuto grandi variazioni di fatturato perché solo una piccola quota della produzione è destinata all’Ho.re.ca, il canale che ha perso di più durante l’emergenza Covid. Il grattugiato, i cubetti o le scaglie non sono mai mancati sulle tavole degli italiani».