RESILIENTGRANAPADANO: un progetto di innovazione digitale per allevamenti e caseifici

Realizzato un nuovo software per migliorare l’efficienza produttiva nella filiera del Grana Padano.

Si è concluso “ResilientGranaPadano”, un progetto co-finanziata dal Feasr nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Lombardia e guidato dal Consorzio di tutela del Grana Padano. Con la collaborazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore l’iniziativa ha portato alla realizzazione di un software innovativo pensato per supportare allevatori e caseifici nel migliorare la produttività e la gestione aziendale. Lo ha reso noto il direttore generale del Consorzio di Tutela, Stefano Berni.

Un software per il monitoraggio della produzione in allevamento.

Il cuore del progetto è un sistema informatico integrato con il software gestionale Si@lleva dell’Associazione italiana allevatori (Aia). «Il nuovo strumento consente di raccogliere e analizzare dati chiave – ha spiegato il Direttore Generale – sulla composizione delle razioni alimentari, sui costi di produzione e sulla produttività degli allevamenti. Grazie a un’interfaccia intuitiva, gli utenti possono accedere a report dettagliati e statistiche personalizzate, utili per ottimizzare la produzione di latte destinato alla trasformazione in Grana Padano».

Il software consente, inoltre, di monitorare il benessere degli animali, fornendo informazioni utili sugli indicatori di salute e sulle prestazioni produttive. La raccolta di dati avviene in modo automatizzato e può essere aggiornata in tempo reale, permettendo agli allevatori di intervenire tempestivamente per correggere eventuali criticità.

 

VACCHE, PASCOLO

Indici di performance e gestione efficiente.

Uno degli aspetti più innovativi del software è l’integrazione di tre indicatori chiave: il primo riguarda l’efficienza alimentare (Ea), ossia misura la capacità degli animali di convertire il cibo in latte; il secondo è l’indice dei ricavi al netto dei costi alimentari (Iofc) e serve a valutare redditività dell’azienda dopo aver sottratto i costi alimentari; il terzo fattore l’income equals feed costs (Iefc) indica la quantità di latte necessaria per coprire i costi alimentari.

«Questi parametri consentono agli allevatori – ha sottolineato Berni – di prendere decisioni basate su dati concreti, migliorando la sostenibilità economica delle aziende agricole. Inoltre, l’analisi di questi indicatori permette di ottimizzare le strategie nutrizionali, migliorando la qualità del latte prodotto e riducendo gli sprechi alimentari».

Nel software anche un modello gestionale per i caseifici.

Oltre all’ottimizzazione della gestione zootecnica, il progetto ha sviluppato anche un modello specifico per i caseifici, basato sulla dinamica dei sistemi. «Questo strumento – ha aggiunto il Direttore Generale – consente di prevedere l’andamento della produzione e dello stoccaggio del formaggio, supportando le decisioni strategiche dei produttori. Attraverso simulazioni avanzate, i caseifici possono analizzare gli effetti delle variazioni di produzione e dei ritardi nella stagionatura del Grana Padano».

Il modello sviluppato tiene conto di variabili, come la disponibilità di latte, le condizioni di mercato, il livello di scorte e le tempistiche di stagionatura. Questo approccio consente di ottimizzare la produzione riducendo gli sprechi e garantendo una gestione più efficiente delle risorse disponibili.

«Il vero problema, quindi, non è mai stato la concorrenza con il Parmigiano Reggiano, ma piuttosto – ha concluso il direttore generale – la crescita costante dei similari, che continua a erodere quote di mercato a discapito dei grandi formaggi Dop. Per il futuro sarà cruciale adottare strategie mirate per difendere il valore e l’identità del Grana Padano, contrastando l’avanzata di formaggi che fanno leva sulla mancanza di trasparenza sullo scaffale».

Verso una filiera sempre più digitale e sostenibile.

«Il progetto “ResilientGranaPadano” rappresenta – ha concluso Berni – un passo avanti significativo sia per l’allevamento che per il caseificio promuovendo un approccio basato sui dati e sulle nuove tecnologie. L’integrazione della digitalizzazione nel settore permette non solo di migliorare l’efficienza produttiva, ma anche di garantire una gestione più sostenibile e resiliente della filiera del Grana Padano Dop. Con questa innovazione, il settore guarda al futuro con maggiore competitività e sostenibilità, creando un modello replicabile anche in altre realtà produttive e contribuendo alla crescita dell’intera filiera del Grana Padano».